Ricomincia Marat, la Francia di Macron in una newsletter
Racconterà la campagna elettorale sul campo e l’uscita (si spera) dalla pandemia
A partire dal 21 marzo torna Marat! A poco più di un anno dalle elezioni presidenziali francesi, questa newsletter riapre in un formato abbastanza simile a quello che molti di voi hanno conosciuto. Colgo l’occasione per ringraziare chi si è iscritto in questi mesi di inattività, chi si è iscritto dopo l’annuncio senza aver mai letto un episodio, e chi ha consigliato sui social di farlo.
Dicevo che Marat avrà un formato “abbastanza” simile, perché ci sono due novità. La prima è che fino al primo weekend di settembre il ritmo non sarà settimanale, ma mensile; a questi episodi programmati potranno aggiungersi episodi speciali in funzione di grandi storie che arrivano dalla Francia.
A poco più di un anno dalle elezioni presidenziali, la campagna elettorale è ormai cominciata e accelererà appena usciremo dalla pandemia: l’idea è non arrivare impreparati a quello che ci aspetta, ma non intasare la vostra posta elettronica prima del tempo.
I sondaggi raccontano un eventuale secondo turno tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen molto aperto, con il presidente in vantaggio di circa 5 punti (dipende dall’istituto che ha condotto la rilevazione); una situazione diversa da quella del 2017, quando il candidato di En Marche! ha battuto la candidata del Front national 66,1% a 33,9%. Insomma, figuriamoci quanti fattori potranno incidere sul risultato fino a maggio 2022.
La seconda novità è che ogni domenica, dal 5 settembre 2021 al 31 luglio 2022, cioè nei 10 mesi di reale campagna elettorale per le elezioni presidenziali e quelle legislative, compresa la formazione del nuovo governo, Marat potrà essere letta in cambio di un piccolo ma fondamentale contributo: 5 euro al mese o 15 euro per l’intero periodo di 10 mesi. Ci sarà anche la possibilità di essere affezionati sostenitori e contribuire con una cifra più alta, dai 50 euro in su.
Dietro questa scelta c’è un motivo preciso, e mi scuserete se gran parte di questa newsletter ha l’obiettivo di spiegarlo. Uno dei problemi che abbiamo noi giornalisti è che siamo poco abituati a raccontare in cosa consiste il nostro lavoro. I giornali sono macchine complicate, ogni professionista dell’informazione ha i suoi metodi, le sue fonti (pubbliche e private), le sue passioni e le sue ossessioni.
È quindi giusto che io vi spieghi in cosa consisterà il lavoro che farò con Marat.
In primo luogo, sarà un lavoro sul campo. L’idea è incontrare i militanti dei vari partiti, conoscere nuove fonti governative, entrare in contatto con l’entourage dei candidati, in modo da avere informazioni dirette o interpretazioni di quanto sta accadendo. Non sempre è possibile: parte delle difficoltà del lavoro giornalistico sul campo in un paese straniero è proprio questo (un media francese ha quasi sempre la priorità), ma ci si può provare.
Sarà anche necessario partecipare a comizi, conferenze stampa, “passeggiate” che i candidati organizzano nei mercati per incontrare gli elettori, presentazioni di libri e dibattiti.
In secondo luogo, ci sarà una parte dedicata al racconto di ciò che è accaduto nell’ultima settimana, utilizzando i giornali francesi, le TV, i sondaggi pubblicati dagli istituti di ricerca e tutto il resto. Questa attività non sarà il cuore della newsletter, ma è necessaria per fornire una bussola e avere così una rapida panoramica nel caso in cui non si avesse il tempo di leggere tutto l’episodio settimanale.
Infine, grazie a questi due “piani di lavoro”, Marat proverà a fare un’analisi dei fatti che accadono, delle motivazioni dei candidati, delle ragioni dietro alle loro scelte, alleanze e quasi certamente anche errori.
Tutto questo naturalmente sarà influenzato dal mio sguardo. La linea editoriale della newsletter è la seguente: darò spazio a ciò che riterrò interessante e utile per comprendere meglio la situazione. Chiedere un contributo per leggere Marat rafforzerà il legame di fiducia con i lettori e dovrebbe spingermi a fare ancora meglio, a cercare di essere più accurato possibile, e a provare a tenere a freno i miei pregiudizi.
Come potete immaginare, ogni lavoro editoriale ha un suo taglio: tutti noi siamo influenzati dal nostro vissuto, da ciò che abbiamo studiato, dall’età che abbiamo, dall’ambiente in cui siamo cresciuti, dalle persone che frequentiamo, dalle nostre idee politiche. E anche dalla simpatia e dall’antipatia che proviamo verso questo o quel politico. È inevitabile, fa parte del gioco, l’importante è esserne consapevoli. Il punto del giornalismo è cercare di dominare ciò che ho descritto, essere onesti intellettualmente e non mentire a se stessi. Questo è il patto su cui si regge Marat.
Ogni episodio settimanale dovrebbe essere condensato tra le 7.500 e le 10mila battute (circa il doppio di un articolo di un quotidiano, per intenderci), tranne in alcuni casi eccezionali.
Dunque, perché Marat diventa a pagamento? Perché i treni, le notti in albergo, il noleggio delle auto, gli abbonamenti ai giornali (in Francia ormai tutta l’informazione scritta è a pagamento, con prezzi tra i 10 e i 15 euro al mese per ogni abbonamento) e tutto quello che serve per un lavoro giornalistico “sul campo”, ha dei costi. Che sono molto felice di affrontare, perché niente può sostituire la ricerca in prima persona.
Ci sono poi i costi per retribuire il mio lavoro: non voglio dedicare a Marat soltanto il mio tempo libero, o svolgere male i miei impegni lavorativi quotidiani per occuparmene. Marat diventerà parte della mia giornata lavorativa, oltre al sabato, che invece utilizzerò per scrivere.
L’esperimento funziona soltanto se è economicamente sostenibile. Se Marat dovesse essere in perdita dovrei trarne le dovute conclusioni: il giornalismo è un’impresa che sta sul mercato, se non è in grado di sostenersi allora sbaglia qualcosa. La newsletter esiste in varie forme da quasi 5 anni, direi che la sua prima fase (quella da startup, se così si può dire) può considerarsi terminata.
Questo esperimento è anche un modo per capire se questa strada possa essere replicata su altri progetti, ad esempio con Cavour, il mio podcast sulla politica estera italiana (che continuerà anche nei prossimi mesi). E come per il podcast, a supportarmi nella nuova produzione di Marat sarà NightReview, la società fondata da Gianluca Di Tommaso.
Questo è tutto, a domenica prossima!
Nota a margine: ho cambiato piattaforma da cui invio la newsletter, questa si chiama Substack (qui potete leggerne di più) e sta avendo una crescita enorme tra giornalisti e autori in tutto il mondo occidentale. La privacy dei vostri dati è al sicuro.